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"Va' pensiero. Arte italiana 1984/996" è il principale tentativo fino ad oggi Intrapreso per fare chiarezza, dal punto di vista sia filologico che della fenomenologia degli eventi, sullultimo periodo dell'arte italiana, ricco di qualità e di originalità creativa, ma inadeguatamente promosso e valorizzato. Nel testo in catalogo sono enunciati una serie di dettagliati argomenti a sostegno dell'impostazione della mostra, riferita ad un periodo che mi ha visto attivo protagonista. Innanzitutto la data di partenza, il 1984, è stata individuata come la più appropriata ad indicare la svolta stilistica recente dell'arte italiana. Infatti è dall' 84 che prende corpo un concreto mutamento di rotta in un percorso iniziato dopo il '75, con l'esaurirsi della carica propulsiva dell'ultima avanguardia, quella Concettuale, e l'avvento di un periodo ricalcante le caratteristiche tipiche dei "fine secolo", quindi la citazione, in primo luogo delle esperienze dell'intenso e rivoluzionario Novecento, ma anche la consapevolezza di vivere in una stagione di passaggio, caratterizzata da una comunicazione tecnologica sempre più globalizzante. La seconda metà degli anni '70 ed i primi anni '80 videro il prevalere, dopo una lunga rimozione, della pittura. Questo avvenne in vari modi e maniere: dal citazionismo alla pittura-ambiente, dalla decorazione al neoespressionismo, con celebri "correnti" come Transavanguardia", "Nuovi nuovi", "Anacronisti", "Scuola Romana". La Galleria d'Arte Moderna di Torino ha dedicato, nel maggio 1995, una rassegna antologica curata da Renato Barilli e Roberto Daolio, dedicata al passato e presente, dei "Nuovi nuovi", sicuramente la formazione più affine stilisticamente ai valori dell'oggi, al fine di operare, unitamente a "Va' pensiero" una disamina pressoché completa degli ultimi venticinque anni. A partire dal 1984 l'arte italiana, in sintonia con fenomeni quali il graffitismo, I'oggettualismo di artisti come Koons, Bickerton, Steinbach, il neoastratto Halley, larte frenetica dell'East Village newyorchese negli U.S.A., e situazioni di analogo respiro nel continente europeo, basterà citare tra i tanti la "figuration libre" francese, la "nuova scultura" inglese ed artisti dei Paesi Bassi come Delvoye e Vercruysse, si conforma, con modalità proprie, ad un clima di eclettismo stilistico, dove la citazione si abbina ad un confronto con la tecnologia ed i nuovi "media". Pittura, installazione analitico-oggettuale, astrazione, si fondono in un variegato "puzzle". "Va' pensiero" parte, come primo livello di lettura, presentando il lavoro di artisti contigui generazionalmente alla seconda metà degli anni '80 come Gianantonio Abate, Marco Lodola, ed i Plumcake, facenti parte originariamente del gruppo "Nuovo futurismo", per passare a Giovanni Albanese, Maurizio Arcangeli, Guglielmo Aschieri, Salvatore Astore, Mauro Benetti, Maurizio Camerani, Umberto Cavenago, Aldo Damioli, Domenico David, Mario Della Vedova, Santolo De Luca, Filippo Di Sambuy, Chiara Dynys, Raffaello Ferrazzi, Ale Guzzetti, Fathi Hassan, Marco Lavagetto, Mario Marucci, Luigi Mastrangelo, Gianni Pedullà, Pierluigi Pusole, Ascanio Welcome Renda, Andrea Renzini, Bruno Sacchetto, Luigi Stoisa, Eraldo Taliano, Bruno Zanichelli. Sul finire degli anni '8O si era in presenza di un panorama italiano maturo e competitivo, dotato delle presenze prima citate e di alcune altre, assenti da Va' pensiero per vari motivi, con le quali era possibile una strategia promozionale di ampio respiro su di un piano sia interno che internazionale. Il sistema artistico italiano si è viceversa mosso, nei primi anni 90, in tuttaltra direzione, favorendo, con modalità che saranno meglio divulgate nel saggio in catalogo, un'abnorme proliferazione di materiale artistico, spesso smaccatamente epigono e improvvisato, spacciato per il fenomeno del momento e tale da disorientare notevolmente un collezionismo già intimidito dalla recessione economica. Non è stato possibile, quindi, consolidare realmente i valori degli anni 80 e permettere un inserimento graduale dei migliori talenti del decennio successivo . La rassegna, per quanto concerne gli anni 90, prende in esame artisti la cui visibilità di lavoro non vada oltre la primissima parte del decennio; coerentemente con quanto prima enunciato. Tra gli artisti rappresentativi della fase che intercorre tra la fine degli anni '80 e i primi '90 nomi come Giovanni Albertini, Karin Andersen, Corrado Bonomi, Walter Bortolossi, Carmine Calvanese, Manuela Corti, Ferruccio D'Angelo, Enrico Di Paris, Alessandra Galbiati, Francesco Garbelli, Dario Ghibaudo, Ernesto Jannini, Gabriele Lamberti, Antonella Mazzoni, Mercurio, Enzo Obiso, Odinea Pamici, Andrea Petrone, Turi Rapisarda, Antonio Riello, Antonio Sofianopulo, Nello Teodori, Luisa Valentini. Un altro aspetto di "Va' pensiero" è quello relativo ad un nucleo di artisti che definisco della "generazione di mezzo". Si tratta di operatori nati in un intervallo temporale oscillante tra il '40 ed il '50, quindi apparentemente estraneo a quello conforme la mostra, posizionato tra il '55 ed il '65. La spiegazione sta nellestraneità della "generazione di mezzo" alle coordinate stilistiche dell'Arte Povera e del ritorno alla pittura in virtù di un espressività centrata prevalentemente su di un rinnovamento del linguaggio dell'installazione in chiave di evocazione e confronto con l'immaginario tecnologico e del rapporto tra oggetto e spazio, pienamente leggibile nel contesto di questi ultimi anni, a contatto con le prove migliori dell'ultima generazione. Naturalmente i percorsi personali di questi artisti sono diversi e diverse le strade che percorreranno nei prossimi anni, tuttavia, essi sono una componente fondamentale nell'ambito di una corretta ricostruzione storiografica. Si tratta di Enzo Bersezio, Luciano Bertoli, Fasoli m & m, Maurizio Goldoni, Gianni Gori, Iginio Iurilli, Piera Legnaghi, Vinicio Momoli, Gianni Sani, Gaetano Sgambati. Per concludere va menzionato il catalogo dotato di un accurato apparato bibliografico curato da Ivana Mulatero, dove si traccerà un profilo degli ultimi anni attraverso una rievocazione dei principali eventi, arricchito da un ampio numero interviste a protagonisti di questo periodo: critici, collezionisti, galleristi, in un'ottica esaustiva, a onor del vero piuttosto rara in Italia. Edoardo Di Mauro |
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